“The Ring of Truth” è uno spettacolo teatrale in un unico atto dalla durata di circa un’ora e mezza – Un’esperienza intensa e coinvolgente che ha saputo scuotere le coscienze, fondendo in un cerchio indistinto attori e spettatori. Sul palcoscenico non esiste una divisione rigida tra chi racconta e chi ascolta: la quarta parete è abbattuta, e ogni presenza diventa parte integrante di un percorso emozionale, fatto di parole, musica, gesti e silenzi.

The Ring of Truth, Il Cerchio della Vita: Un Palcoscenico Senza Confini

In “The Ring of Truth” il teatro si trasforma in una seduta collettiva, dove il confine tra realtà e fantasia diventa labile e permeabile. Come in una sessione di psicoanalisi di gruppo, attori e pubblico si dispongono in cerchio, dando vita a una “comédie humaine” appassionante che rispecchia gli alti e bassi del cerchio della vita. I protagonisti, guidati dalla regia audace di Antonio Iavazzo, raccontano le proprie esistenze, tra speranze, desideri e ferite, facendo emergere la forza emotiva di ogni gesto e parola.

Viaggio Emotivo: Tra Abbracci, Dolore e Resilienza

Il percorso teatrale si apre con il forte desiderio di un abbraccio, simbolo universale di affetto e riconciliazione, invocato disperatamente da un giovane privo di certezze. Questo gesto, carico di significato, diventa il filo conduttore della performance, che si snoda tra episodi di dolore e momenti di leggerezza. Tra le narrazioni, risuona il grido struggente “Chillu maledetto juorno”, un pugno nello stomaco che evoca la cruda realtà della perdita e della solitudine, ma anche la determinazione a lottare affinché i sogni possano diventare realtà.

Le storie si fanno molteplici e sfaccettate: il racconto di una madre che, nonostante la distanza emotiva dal figlio, non smette mai di vegliare sul suo bambino; la vicenda di un giovane figlio unico, la cui solitudine cerca sollievo nel legame affettuoso ma inadeguato con il nonno; e quelle situazioni quotidiane, narrate con ironia e delicatezza, che ricordano quanto sia essenziale affrontare la vita alternando serietà e leggerezza.

The Ring of Truth, Scenografie Simboliche e Linguaggio Visivo

Uno degli elementi distintivi dello spettacolo è l’uso innovativo di soluzioni sceniche che enfatizzano i momenti topici delle performance. Tra questi spiccano:

  • La benda sugli occhi e il vagare senza meta: Un’immagine potente che simboleggia l’assenza di guida e la ricerca interiore.
  • Il nastro adesivo sulla bocca: Un gesto simbolico che rappresenta il silenzio imposto a chi deve subire soprusi.
  • Il mantello che evoca il male: Un simbolo visivo che trasmette la presenza del dolore e delle difficoltà esistenziali.

Queste scelte registiche, unite a un’illuminazione intima e suggestiva, creano un’atmosfera che trascina il pubblico in un vortice di emozioni, rendendo palpabile la tensione e la passione di ogni scena.

Un Cast Straordinario e una Regia Audace

La forza dell’esperienza “The Ring of Truth” risiede anche nella straordinaria interpretazione di un cast di grande carisma. In scena hanno preso parte interpreti noti come Giuseppina Carli, Patrizio Castiello, Rosalba Ciliento, Mario Di Fraia, Raffaele Di Raffaele, Maria Grazia Falco, Valeria Giove, Licia Iovine, Gennaro Marino, Annamaria Renna, Mariantonietta Ruotolo, Chiara Russo, Mariarosaria Silvestro, Eliodoro Vagliviello, Antonio Villano e Raffaele Zappulo. Ogni attore ha saputo catturare il pubblico, rivelando le sfumature più intime e complesse dell’animo umano.

Il regista Antonio Iavazzo, ideatore e direttore dell’opera, ha sottolineato come “The Ring of Truth” faccia parte della sezione “Teatro dei germogli”, un progetto in continua evoluzione volto a recuperare l’essenza stessa del teatro. “Abbiamo voluto lavorare sulla verità dell’interpretazione, andando oltre il narcisismo attoriale, per raccontare i momenti più intensi e reali della vita”, ha dichiarato Iavazzo, enfatizzando il carattere sperimentale e innovativo dell’opera.

The Ring of Truth: Realtà e Fantasia, Un Mondo di Contrasti ed Emozioni

La performance si distingue per la sua capacità di fondere verità e finzione, permettendo al pubblico di immedesimarsi in storie di vita che, pur essendo profondamente personali, rispecchiano esperienze universali. Dalla figura della “madre chioccia”, che attende speranzosa il figlio sospeso tra l’amore materno e le seduzioni della vita adulta, alle situazioni paradossali e ironiche, come quella della “femme fatale” che cambia intimo a seconda delle esigenze della scena, ogni episodio diventa un tassello di un mosaico narrativo ed emotivo che celebra la complessità dell’essere umano.

In questo contesto, spicca anche la presenza della piccola Nadia, l’“attrice” più giovane del gruppo. Nei panni di se stessa, con soli cinque mesi, ha saputo sostenere la tensione scenica per l’intera durata dello spettacolo, condividendo il palcoscenico e il cuore con la madre interprete in un ardito esperimento artistico che ha intenerito e colpito profondamente il pubblico.

Il Contesto del FaziOpen Theatre: Un Palcoscenico in Evoluzione

“The Ring of Truth” ha calcato il palcoscenico del FaziOpen Theatre, rassegna che ha visto questa decima edizione come un’occasione per esplorare nuove mete teatrali. Organizzato da Gianni Arciprete, l’evento ha offerto una piattaforma innovativa in cui il teatro diventa vita, capace di raccontare storie autentiche e di far riflettere su tematiche tanto dolorose quanto vitali. Con una messa in scena che alterna dramma, ironia e momenti di commedia, lo spettacolo ha dimostrato come il teatro possa ancora oggi essere un mezzo potente per esplorare i sentimenti più profondi e complessi dell’essere umano.

Presentazione dello Spettacolo

Durante la presentazione, Antonio Iavazzo ha illustrato il percorso creativo e tecnico alla base dell’opera:

“Abbiamo lavorato molto sul concetto di verità scenica e questo ci ha portato a fare un lungo lavoro di elaborazione tecnica. Gli attori hanno lavorato tantissimo sulle singole parti, poi vedrete. Chiediamo in alcuni momenti uno sforzo a voi spettatori, nel senso che siete parte attiva, ma è voluta questa cosa qua. Molti di voi, per la visuale, vedranno gran parte del cerchio, diciamo così, a volte sentiranno soltanto. È uno sforzo che vi chiediamo perché spetterà all’attore colmare questo deficit che non è un deficit, attraverso una narrazione che deve andare oltre l’impatto fisico. Lo spettacolo è in un solo atto e non vi spaventate: durerà un’oretta e mezza circa, però contiamo sul fatto che la narrazione sia coinvolgente ed è sicuramente così. Solo all’inizio proprio ci sarà una proiezione video, ma dura poco. Facciamo, se lo volete, un solo applauso, solo alla fine per la struttura dello spettacolo. Molto spesso sarete tentati, credo dall’esperienza che ho, di applaudire, invece magari facciamo un unico applauso, se volete, bontà vostra, solo alla fine. È il decimo spettacolo della rassegna Fazio Open Theatre. La rassegna è al settimo anno, settima edizione e ha varie sezioni: sezione teatri di innovazione, teatri e linguaggi di tradizione, teatrodanza e c’è questa sezione del teatro dei germogli. Il teatro dei germogli guarda con occhio particolare i progetti di innovazione e sperimentazione nell’ambito della didattica e della pedagogia. La compagnia è formata da attori bravissimi, il lavoro è sulla verità scenica.”

Gianni Arciprete ha concluso la presentazione con un messaggio suggestivo:

“Vi dico soltanto che stasera sognate.”

The Ring of Truth: Un’Esperienza Che Rimane nel Cuore

Con “The Ring of Truth” il teatro si conferma come uno spazio di incontro, condivisione e trasformazione. Attraverso una regia audace, un cast straordinario e un linguaggio scenico ricco di simbolismi, lo spettacolo ha offerto al pubblico un viaggio emozionale che va ben oltre la semplice rappresentazione artistica. È stato un invito a riflettere sui temi universali della vita: l’amore, la perdita, il dolore e la speranza, in un equilibrio sopra la follia che rende ogni singolo abbraccio un atto di resistenza e di vita.

Una rappresentazione della vita di tutti i giorni, da cui ciascuno, a modo suo, può sentirsi rappresentato.

The Ring of Truth, l’intervista ad Antonio Iavazzo

Il nostro giornale ha deciso di indagare su questo spettacolo molto sui generis, sperimentale, ma anche tanto vicino alla vita quotidiana di tutti noi. Chi poteva raccontarci meglio questo tipo di rappresentazione se non il regista e ideatore Antonio Iavazzo?…

Antonio Iavazzo ha un background di circa 45 anni di professione, iniziò il suo percorso a quasi 18 anni dedicandosi al mimo corporeo con il grande maestro Michele Monetta, a seguito frequentò l’Accademia di Benini. Nella sua vita ha incontrato tantissimi maestri: Eugenio Barba, Bagdanov.

Antonio Iavazzo ha frequentato l’Accademia, i seminari, senza mai fermare i suoi cicli di studi. E’ così che è iniziata una passione, poi divenuta lavoro.

Antonio Iavazzo ha fatto tanta carriera di giro, poi a un certo punto, qualcuno iniziò a dirgli che avesse delle qualità di pedagogista. Decise quindi, di mettersi alla prova e quasi 25 anni creò la scuola di teatro e cinema Il Pendolo a Caserta. Questa realtà è tuttora vitale e raccoglie tanti impulsi culturali, non soltanto teatrali. C’è una comunità che si muove attorno a questo progetto.

L’associazione Capuanova è l’associazione che ospita la rassegna Fazio Open Theatre, giunta alla settima edizione.

Fazio Open Theatre è una rassegna di teatrodanza e arti performative. Ormai diventata una rassegna di teatro internazionale, i gruppi vengono tutti dall’estero, quindi ha sicuramente la sua importanza.

Antonio Iavazzo ha tenuto però a sottolineare: “Siamo assolutamente autonomi e indipendenti, quindi ci sono dei pregi, ma anche dei limiti. Noi facciamo dei nostri limiti la nostra forza e ci permettiamo una programmazione con artisti anche importanti che vengono richiamati anche da un certo Tam Tam che parlano di noi con grande credibilità”.

Per ulteriori dettagli e curiosità, in merito all’intervista, sarà sufficiente visionare il video su YouTube.

All’interno della rassegna ci sono diverse sezioni

Antonio Iavazzo ha voluto creare diverse sezioni per dar voce a linguaggi multipli.

  • Teatro di innovazione o sperimentazione
  • Teatro danza
  • Teatro di inclusione che raccoglie un po’ tutto il patrimonio comico brillante, non solo partenopeo e che ha una grande tradizione
  • Il Teatro dei germogli è una sezione dedicata soprattutto alle realtà formative e pedagogiche del territorio campano, ma anche da fuori regione. Progetti assolutamente innovativi nell’ambito della pedagogia. “Fermo restando che la compagnia è mista tra chi è già professionista, chi è in fase di definizione del programma di studi, chi si è diplomato e chi si sta per diplomare”.

The Ring of Truth, uno spettacolo molto particolare con una struttura arena, attori di tutte le fasce di età, ma non solo, tanti generi che si intersecano tra di loro, richiamano la vita quotidiana, di tutti i giorni e di tutti noi. Come è nata quest’idea?

“E’ nata l’idea di percorrere i grandi padri della tradizione del teatro. Cogliere un po’ l’essenza che è quella di raccontare storie. Quindi la mia sfida è stata raccogliere questi attori tanto tempo fa, perché abbiamo provato moltissimo e ho detto loro di raccontarmi delle storie che li avessero emozionati. Io poi non so se sono storie vere oppure no, non mi interessa, mi interessa la verosimiglianza e la credibilità teatrale. Attraverso un lungo percorso di racconti, intorno ad un camino, diciamo così, sono nate delle forme di teatralizzazione che hanno tutte le forme del teatro.

La forma ad arena è assolutamente indispensabile per questo tipo di lavoro e non solo, in un teatro grande si perderebbe, ha bisogno di quest’afflato. La forma circolare ricorda un po’ questo cerchio magico.

The Ring of Truth, Il Cerchio della verità. Noi abbiamo lavorato essenzialmente sulla verità, sono attori, sono tentati da essere istrionici, di fare oltre, andare nella ridondanza della forma. Quando succedeva questo ritornavamo con i piedi per terra per dire “Ma la verità?!” E allora il gruppo diventava una risorsa e abbiamo stabilito un segno oltre il quale non si poteva andare. Il segno è quello dell’istrionismo di cui non abbiamo bisogno”.

Dettagli di Produzione

  • Ideazione e regia: Antonio Iavazzo
  • Assistente alla regia: Chiara Russo
  • Organizzazione: Gianni Arciprete
  • Interpreti:
    • Giuseppina Carli
    • Patrizio Castiello
    • Rosalba Ciliento
    • Mario Di Fraia
    • Raffaele Di Raffaele
    • Maria Grazia Falco
    • Valeria Giove
    • Licia Iovine
    • Gennaro Marino
    • Annamaria Renna
    • Mariantonietta Ruotolo
    • Chiara Russo
    • Mariarosaria Silvestro
    • Eliodoro Vagliviello
    • Antonio Villano
    • Raffaele Zappulo
  • Disegno luci e fonica: Giovanni Guarino

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