Siamo giunti al giorno 6 aprile, abbiamo avuto un ordinanza nazionale ben precisa, abbiamo appurato che nemmeno i governatori regionali avrebbero potuto prendere decisioni diverse da quella di Draghi, eppure la riapertura delle scuole per alcuni comuni campani resta solo un utopia. Il motivo? I sindaci non si prendono la responsabilità di garantire la didattica in presenza, per paura che i contagi salgano vertiginosamente all’interno dei propri comuni. La paura dell’aumento dei contagi si avverte, è vero, ma è pur vero che in questi due lunghi mesi di chiusura il personale scolastico docente e non, è stato vaccinato, che a scuola sono rispettate e garantite al 100% tutte le misure di sicurezza e che i nostri, sono comuni così piccoli che il diffondersi di un focolaio a partire dalla scuola è quasi surreale.Tra i comuni che si dimostrano sempre restii all’apertura spicca sempre quello teanese, i cui bambini, hanno frequentato la scuola per soli 15 giorni, circa. Il sindaco Dino D’Andrea si e da subito detto contrario a tenere le scuole aperte, per motivi che hanno avuto a che vedere con la problematica contagi da covid, ma anche perché sosteneva che le scuole non fossero a norma per poter fronteggiare la situazione. Fatto sta, che ad oggi, i bambini del posto sono ancora penalizzati, i genitori sono esausti, non ci sono certezze, non si riesce a vedere la luce in fondo al tunnel. Per quanto tempo ancora i bambini possono rinunciare alla scuola? Perché non prendere provvedimenti ancora oggi, dopo un anno intero? La Dad purtroppo, è stato scientificamente provato, non è un rimedio efficace e non si avvicina neanche lontanamente al metodo d’insegnamento classico, costituito dal rapporto umano, avvalorato dall’esperienza, dalla vicinanza, dalla praticità. Le mamme, ancora una volta, chiedono aiuto per poter garantire ai loro figli l’istruzione che meritano. Speriamo che questo grido, almeno stavolta venga accolto.