La direzione investigativa antimafia di Napoli ha eseguito nelle province di Caserta, Napoli e Verona 24 arresti per associazione a delinquere di stampo mafioso, corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. L’indagine riguarda appalti truccati per l’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, gia’ al centro di altre indagini. Gli appalti sarebbero andati a imprese del clan dei Casalesi grazie all’appoggio di politici e amministratori pubblici. in corso anche sequestri di societa’ a beni. I dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza in procura a Napoli alle 10.30.
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Dieci indagati sono in carcere mentre per altri 14 il gip ha concesso il beneficio dei domiciliari. L’indagine, durata piu’ di due anni, si e’ avvalsa anche di intercettazioni telefoniche ambientali nonche’ di video, eseguiti anche all’interno dell’azienda ospedaliera, oltreche’ di acquisizione di documenti e testimonianze. Ed e’ emersa “la piena operativita’” sottolinea una nota della Procura, dei Casalesi, gruppo Zagaria, una fazione attiva nel territorio di Casapesenna, che ha creato una rete di connivenze e collusione tra pubblica amministrazione, politica e imprenditoria attraverso la quale la cosca gestiva “regime di monopolio assoluto” appalti e affidamenti diretti di lavori all’interno dell’ospedale casertano.
In questo modo Francesco Zagaria assume il controllo dell’assegnazione dei lavori all’interno del nosocomio e da’ vita a un cartello di imprese legato alla cosca ancora oggi attivo. Dopo l’implosione dell’Udeur, nel 2008, i Zagaria cercarono una copertura politica nel Pdl attraverso Nicola Cosentino, per gli inquirenti loro referente politico fino al suo arresto nel marzo 2013. Coinvolti anche un consigliere provinciale di Forza Italia, Antonio Magliulo e un ex consigliere regionale, Angelo Polverino, gia’ coinvolto in altre inchieste sulle infiltrazioni dei Casalesi negli appalti dell’Asl casertana, entrambi destinatari di misura cautelare, cosi’ come Elvira Zagaria. Tra gli appalti nel mirino dei magistrati, quello della tinteggiatura per 450mila euro; quello per la manutenzione da 150mila euro; quella per la gestione degli ascensori per oltre 1 milione di euro; affidamenti di lavori per oltre 3 milioni di euro; e la gestione del bar e macchinette distributrici di bevande e alimenti. Le perquisizioni hanno interessato 11 indagati e hanno portato sequestro beni per oltre 12 milioni di euro, tra cui 12 immobili, 11 terreni, un box auto, tre vetture e diverse quote societarie.
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