Un’opera classica in un contesto inedito

Il palcoscenico del Cine Teatro Materdei accoglie uno spettacolo innovativo e potente: Arriverà quando dovrà arrivare, ispirato al Giulio Cesare di William Shakespeare.

Lo spettacolo sarà in programma:

Il 28 marzo alle 18

Il 29 marzo alle 18 e alle 21

Un viaggio teatrale che fonde la grande tragedia del Bardo con un’ambientazione disturbante e suggestiva: un manicomio degli anni ’80. La regia di Vittorio Adinolfi propone una reinterpretazione intensa e originale, con un cast d’eccezione composto da Lucio Celaia, Domenico Venti, Giovanni Circelli e Anaëlle Lepin.

Arriverà quando dovrà arrivare: Un manicomio ai margini della società

La storia prende vita all’interno di un ospedale psichiatrico costruito negli anni ’70 e ormai abbandonato. Con la legge Basaglia, che sancì la chiusura dei manicomi in Italia, molte strutture furono dismesse, ma i loro ospiti? Alcuni di loro, dimenticati dal mondo esterno, vivono ancora tra quelle mura, in un universo sospeso tra realtà e allucinazione.

L’azione si svolge nella clinica psichiatrica “Roma”, al civico 44 di via Cicerone. Qui, i personaggi della tragedia shakespeariana si muovono come fantasmi di un passato mai dissolto, in un contesto che amplifica il senso di alienazione e di lotta interiore.

Potere e follia: la tragedia di Cesare in una nuova luce

I protagonisti del dramma – Cesare, Bruto, Cassio, Casca – non sono solo figure storiche, ma incarnazioni di un conflitto eterno: il potere che corrompe, l’ambizione che acceca, il dubbio che logora. In questo ambiente, la follia e la manipolazione psicologica si fondono con la politica, trasformando la congiura e il tradimento in un gioco di specchi deformanti.

La clinica diventa teatro di una battaglia mentale, in cui le dinamiche della tragedia shakespeariana assumono nuove sfumature. La paura, la paranoia e l’ossessione si mescolano in un crescendo di tensione emotiva, in cui la realtà stessa sembra vacillare.

Arriverà quando dovrà arrivare: Scenografia e colonna sonora: un viaggio tra sogno e incubo

L’atmosfera dello spettacolo è accentuata da una scenografia minimale, con pochi elementi in legno a evocare la freddezza dell’istituto psichiatrico. Le luci, sapientemente dosate, e una colonna sonora evocativa – con brani tratti da celebri film – accompagnano gli spettatori in un’esperienza immersiva.

L’effetto è quello di un sogno disturbante, in cui le ombre della mente si intrecciano con la violenza della storia. Lo spettatore viene trascinato dentro un mondo claustrofobico, dove nulla è certo e ogni parola sembra risuonare con un significato doppio.

Una riflessione sul potere e la psiche umana

Arriverà quando dovrà arrivare non è solo uno spettacolo teatrale, ma un esperimento narrativo che invita il pubblico a riflettere sulla natura del potere e della follia. In fondo, chi è davvero pazzo? Chi esercita il comando o chi ne subisce le conseguenze?

Attraverso questa rappresentazione, lo spettatore si trova a interrogarsi su se stesso, sulle proprie ambizioni e sui limiti della razionalità.

La risposta, forse, è celata tra le mura di quel manicomio dimenticato, dove la verità è labile come un sogno e il confine tra reale e immaginario si dissolve nel buio della scena.