
Intervista a Marianna Grande, responsabile alle pari opportunità della Cisal Caserta
CASERTA. In occasione dell’8 marzo 2025, abbiamo intervistato Marianna Grande, responsabile alle pari opportunità della Cisal Caserta, che negli anni si è battuta per l’occupazione femminile e contro la violenza sulle donne. Attraverso questa conversazione, ripercorriamo i suoi interventi su parità di genere, lavoro e tutela delle donne.
1. L’8 marzo è spesso considerato solo una ricorrenza, ma Lei ha sottolineato più volte che deve essere un momento di azione concreta. Qual è il suo significato per Lei?
L’8 marzo non è una festa, ma un’occasione per riflettere e agire. Non possiamo limitarci a celebrare le conquiste raggiunte, perché la strada verso la piena parità di genere è ancora lunga. Bisogna affrontare problemi reali come la precarietà lavorativa femminile, il gender pay gap e le difficoltà di conciliazione tra vita privata e professionale.
2. Ha spesso parlato dell’occupazione femminile come “motore di sviluppo”. In che modo un maggior coinvolgimento delle donne nel mercato del lavoro può rafforzare l’economia?
Uno sviluppo economico solido passa necessariamente per il lavoro delle donne. Oggi l’Italia ha un tasso di occupazione femminile tra i più bassi d’Europa, specialmente nel Meridione. Quando la percentuale di occupazione femminile sarà almeno equivalente a quella maschile, il nostro Paese crescerà davvero. Più donne al lavoro significa più reddito, più consumi e un impatto positivo sull’intera società.
3. Il divario di genere è ancora forte nel Sud Italia. Quali misure ritiene necessarie per ridurre le disparità?
Le donne del Sud affrontano ostacoli ancora più grandi rispetto a quelle del Nord. Per ridurre questo divario servono incentivi all’assunzione femminile, maggiore accesso a servizi come asili nido e congedi parentali equamente distribuiti. Senza un reale supporto, molte donne sono costrette a scegliere tra lavoro e famiglia, e questo è inaccettabile.
4. Il gender pay gap è ancora una realtà. Come si può intervenire per garantire salari equi?
Il gender pay gap è una delle più grandi ingiustizie nel mondo del lavoro. Per eliminarlo, servono trasparenza salariale, pari opportunità nelle promozioni e normative più stringenti per evitare discriminazioni retributive. Una donna non può guadagnare meno di un uomo solo perché donna.
5. Il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Lei ha dichiarato che il problema è culturale prima che legislativo. Può approfondire questo concetto?
La violenza sulle donne non è solo un problema emergenziale, ma un problema culturale. Non basta inasprire le pene: bisogna lavorare sulla prevenzione, sull’educazione e sul cambiamento della mentalità. Se non si sradicano alla base gli stereotipi di genere e la cultura del possesso, il fenomeno non si fermerà.
6. Qual è il ruolo dell’educazione nella lotta alla violenza di genere?
L’educazione è fondamentale. Dobbiamo partire dalle scuole, insegnando il rispetto reciproco e contrastando i pregiudizi di genere. Solo così possiamo sperare in un cambiamento reale e duraturo. È un lavoro lungo, ma necessario.
7. Ha parlato spesso di violenza economica sulle donne. Perché è così importante affrontare questo aspetto?
La violenza economica è una delle forme più subdole di abuso: molte donne restano intrappolate in relazioni violente perché dipendono economicamente dal partner. L’indipendenza economica è la prima forma di tutela: un lavoro stabile e ben retribuito può salvare una donna dalla violenza.
8. L’Agenda 2030 dell’ONU prevede la parità di genere tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile. A che punto siamo in Italia?
Abbiamo fatto progressi, ma siamo ancora lontani dall’obiettivo. Troppi ostacoli frenano le donne nel lavoro, nella politica e nella società. Se vogliamo davvero rispettare l’Agenda 2030, dobbiamo accelerare sulle politiche di parità di genere, altrimenti rischiamo di restare indietro.
9. Spesso le donne devono scegliere tra carriera e famiglia. Come si può superare questo dilemma?
Non dovrebbe essere una scelta obbligata. Serve un sistema che permetta alle donne di conciliarsi tra lavoro e famiglia senza rinunce, attraverso servizi migliori, smart working e congedi parentali più equi. Le aziende devono capire che una madre non è un problema, ma una risorsa.
10. Qual è il suo messaggio alle donne in occasione dell’8 marzo 2025?
Non smettete di lottare per i vostri diritti e per un futuro migliore. L’8 marzo deve essere un punto di partenza per il cambiamento, non solo una celebrazione. La parità non è un favore, ma un diritto.
