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La versione londinese del cult “E’ colpa mia” è finalmente approdata su Prime il 13 febbraio, e come potevamo resistere alla tentazione di vederlo?
Se c’è una cosa che amiamo più delle maratone di film, è la possibilità di commentare e criticare, questo è v-news
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Mercedes Ron ha conquistato anche il Regno Unito: Dopo il successo travolgente di “E’ colpa mia” con la bellissima Nicole Wallace e l’irresistibile Gabriel Guevara, ecco che spunta la versione londinese: “My Fault”, con i nuovi protagonisti Asha Banks e Matthew Broome, diretto dalla coppia Charlotte Fassler e Dani Girdwood.
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Noi di V-news non abbiamo perso tempo: Abbiamo visto il film ed abbiamo deciso di recensirlo.
Durante un’intervista, Matthew Broome ha rivelato di non conoscere affatto la trilogia di libri né i primi due film, e ha deciso di dare la sua interpretazione a Nicholas Leister senza farsi influenzare, creando un personaggio suo ed, a dire il vero, questa scelta ha reso il film del tutto autentico e non una brutta copia dell’originale, che continua a mietere successi su Prime.
La Noah di questa versione è un’americana amante del surf che vive in Florida con la madre. Ma come accade solo nei film, la madre si innamora e si sposa con un uomo ricco, trascinando la figlia a Londra, costringendola a salutare la sua migliore amica e il fidanzato, un idiota con la patente.
A Londra, la attendono Will, un affascinante uomo d’affari, e Nicholas, il giovane rampollo che sembra uscito da un catalogo di moda.
Ecco dove la storia prende una piega diversa:
La Noah londinese non è affatto una ribelle, ma una ragazza matura e curiosa, pronta a scontrarsi con Nicholas, il tipico tenebroso dal cuore di ghiaccio. Il nostro affascinante protagonista sembra aver rubato il carattere al Nick dei libri, ma con un pizzico di British style che lo rende ancora più affascinante: Feste in Old Money style, amici eleganti ma anche un lato più oscuro in cui egli può essere libero dai vincoli che la società gli impone. (leggi la recensione qui).
Nulla da togliere all’interpretazione di Gabriel Guevara che ha saputo miscelare fascino e mimica in maniera esemplare per dare al ‘suo’ Nick un charme e caratteristiche che lo hanno reso unico.
La trama segue le orme dell’originale, con Noah che si cimenta in una corsa contro Ronnie e, ovviamente, finisce per mettere Nick nei guai. Ma attenzione, il nostro eroe non è affatto un tipo da scatti d’ira o da serate in solitudine con una bottiglia di whiskey.
D’altro canto, questa Noah è intraprendente e non ha paura di cercare Nicholas, che a sua volta non si tira indietro nel mostrare le sue vulnerabilità ed il suo interesse per lei. Lui non è un bad boy, ma un ragazzo che teme i suoi nemici e ha un rapporto adorabile con la madre, che nel frattempo si occupa della dolce Madison, la sorellina benvoluta per cui Nick ha un debole.
Seguendo il copione, Noah e Nick iniziano a conoscersi meglio, ma la nostra eroina deve fare i conti con il suo passato e il film si tinge di suspense con rapimenti e inseguimenti, come vuole la storia. Qui arriva il colpo di scena: Nick rischia di morire! Chi l’avrebbe mai detto!
Cosa pensiamo di “My Fault”?
E’ una nuova interpretazione della storia di Mercedes Ron che sta facendo sognare milioni di fan. Gli attori hanno saputo rendere i personaggi più caratteristici, evitando l’effetto copia e incolla. I personaggi sono un po’ più adulti, con emozioni più controllate ed il film ha dato meno spazio per i ruoli secondari.
Possiamo serenamente affermare che è stata una bella prova, ma, ahimè, non ci ha rapiti come la versione spagnola. Forse il nostro occhio critico non riesce a cogliere quelle emozioni tanto decantate dalla scrittrice sulla storia d’amore di Nick e Noah in questi due giovani e talentuosi attori.
Sicuramente è un altro modo di rivisitare la Storia e su questo non c’è dubbio ma, i protagonisti spagnoli ci hanno regalato un altro tipo di emozione, c’era sicuramente più sintonia tra gli attori e anche più humor. La freddezza della versione inglese non ci ha rapito, ma chi lo sa? Magari è solo un altro segno che l’amore, come il cinema, è complicato… e a volte, un po’ londinese!
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