Una piacevole discussione sul web con un’amica mi ha solleticato questa riflessione. Chi era DIO? la mia visione, probabilmente, è diversa da quella di molti di voi. A me piace pensare che fosse una specie di ingegnere, un creatore, uno scienziato che ha infuso, attraverso una tecnologia superiore, la vita in noi.
Per approfondire meglio credo che, in realtà, la vita sia abbastanza casuale ma che gli ingegneri, appunto, siano intervenuti sui primati che abitavano il pianeta per fare di noi quello che siamo oggi. Una teoria affascinante, non c’è che dire, che trova anche riscontro sul web nelle opinioni di tanti studiosi sicuramente più autorevoli del sottoscritto, che è solo un curioso che si fa delle domande.
Tuttavia da queste riflessioni ne scaturisce un’altra:
l’ingegnere che ha modificato le prime scimmie per farci diventare quello che siamo era davvero IMMORTALE o l’immortalità può essere una metafora, un retaggio dei nostri “creatori”. Egli è immortale perché ancora vivo oppure l’ “immortalità del creatore” presente in tutti i testi sacri è una metafora, semplice e adatta all’umanità bambina di allora, del fatto che egli vive per sempre, attraverso noi, perché il suo DNA vive ancora nel nostro DNA?
“A sua immagine e somiglianza” potrebbe significare che la metafora dell’eternità di Dio sia racchiusa nei nostri cromosomi?
Non ho risposta a tutto ciò, ma il quesito mi affascina da quando ero bambino e mi piace credere in questo piuttosto che a dogmi e usanze che comincio a sentire stretti e anacronistici per i nostri tempi.